Post

Visualizzazione dei post da 2011

Il carcere delle mie più vere illusioni

La depressione spontanea dei miei occhi sanguinanti quando fisso il vuoto e non capisco quale strada prendere è atroce, peggio della selva oscura azzarderei. Preferirei l'Inferno giuro, perfino l'Antinferno. Tutto ma non questo. La volontà d'animo della mia mente arriva ad un punto, poi non riesce a sorpassarlo. Come il mio amore per la sapienza, che vorrebbe superare il limite ma ciò non fa. E quindi? Il bivio di questo timore non smette di cessàre; ed io sono sempre più lontano, lontano da tutto. L'asfalto del mio camino si sta disintegrando, come il nostro Paese in questi tempi. Gli occhi miei belli ormai si spengono, per la tristezza e per la rassegnazione, in cerca di una felicità che,  forse,  è inesistente. Il profondo declino della mia inutile esistenza

La decadenza del mio corpo

Le sigarette che soccombano nelle mie giornate e mi danno l'unica sensazione positiva sono ormai ninfa vitale per il mio corpo. Vagavo, solo, in questo vuoto ormai già vuoto, in cerca di me stesso e del mio essere persona, così inutile e vago. Così, mentre il vento mi faceva compagnia e le macchine mi illuminavano come fossi Dio, me ne stavo seduto su quella panchina ad aspettarti, ascoltando qualche canzone improbabile come ad esempio "Sunday Morning". E' che ci speravo, non dovevo. Nell'attesa, decise di piovere ed io fui bagnato a tal punto che il mio Ipod si spense. Era una situazione di merda. Mi veniva quasi da piangere; il tempo, tu che non arrivavi, c'è qualcosa di meno peggio? Intanto vagavo, solo in questo vuoto ormai già vuoto, in cerca di te e del tuo profumo di Dior. L'aria si faceva sempre più malsana ed io diventavo sempre più nero, ricoperto dal fumo dei miei pensieri. E tu non arrivavi. Ma tu non arrivavi. Il profondo declino della mia

Daniele Tantari presenta: "Il profondo declino della mia inutile esistenza"

Immagine
Di nuovo riuniti, fratelli, dopo le sere passate ad ubriacarci e a fumare, a drogarci. Insieme per affrontare queste giornate che sembrano non cambiare mai, o cambiare troppo spesso. Vi presento "Il profondo declino della mia inutile esistenza", una vera bastonata al mio Essere io, Daniele Tantari; è che sto passando un periodo devastante, quasi irrangiungibile, che mi lascia in apnea tutto il tempo. Non vi metterò le tracce, è inutile. Vedrete i miei post aggiornare con il titolo della raccolta alla fine. Sarà un declino, però spero di risalire un giorno. Adesso sono così in basso che mi sembra di vedere i batteri delle formiche, delle piante e dei nostri pensieri. Un bacio e una sigaretta.  Daniele Tantari

E alla fine, eravamo clown

E alla fine sì, eravamo dei clown. Quelli belli però, con la maschera stampata in faccia e il naso rosso da far paura. Pagliacci anche un po' tristi però, con la lacrima celeste che scende dall'occhio destro. Andavamo in giro conciati male, come il nostro amore, come il nostro Paese; stracci così caldi per delle persone fredde. Dicevano di noi, che l'inverno sarebbe caduto sui nostri capelli, e così fu. Bianchi come i muri degli ospedali, cadevano i fiocchi di neve sopra le nostra parrucche sporche e sudate. Faceva freddo, tremavi. Per riscaldarci ballavamo, per intrattenere il giovane pubblico, poi li salutavi con le mani e ricominciavi la tua desole vita a via Assisi, con tua madre. Con le nostre auto rosse, la tua era la Micra credo, decidevamo di salvare il mondo, di andare in giro senza sosta. Ma non era il mondo ad essere salvato, eravamo noi. Ed eravamo i noi che consolavamo i cuori infranti - distrutti, delusi, depressi, depredati - delle persone stupide e dei bamb

Le auto a scontro tra i nostri pensieri

Vedevamo le luci colorate, da lontano la ruota panoramica che tanto attendevi, e poi hai iniziato a ridere. Nella tua felicità infantile c'erano gli attimi distrutti da tuo padre, che ti picchiava la sera tardi, quando era ubriaco e stanco. Intanto non vedevi l'ora - mi dicevi —  è il sogno si tutta la mia vita , dicevi —  non me ne vorrei mai andare. Tra la folla di questi spettatori, di questi bambini felici c'eravamo noi due che eravamo neri, come gli orecchini che indossavi quella sera. Voglio un palloncino , mi sussurrasti nell'orecchio delicatamente, poi te ne sei andata, correndo contro le montagne russe. Vorrei salirci e non scenderci più, andare così veloce da lasciarmi trascinare dal vento come se volassi — gridavi. Il cielo che diventava sempre più cupo nascondeva le stelle, che avevano la forma dei tuoi occhi pieni di gioia. Lo zucchero filato che si era appiccicato sulla tua maglietta dei Ramones , aveva il sapore di libertà, quella che cercavi da anni e c

Daniele Tantari presenta: "Le Giostre immaginarie del tuo cuore"

Immagine
Spero, questa volta, di ritornare ad essere 'io', come era un tempo. Spero che questa raccolta non vi annoi e che vi piaccia veramente. Non sarà la solita raccolta, credo, però ci metterò tutto l'impegno e la partecipazione possibile. Con un amore tormentato, straziato e forse anche platonico, vi presento "Le giostre immaginarie del tuo cuore". Una sfida, un divertimento, tra le giostre dei Lunapark e l'amore tra di noi, distrutto dal tempo che è passato e dai tuoi sbalzi di temperatura. Qui di sotto troverete i titoli delle tracce e come sempre ognuna di essa sarà contrassegnato con il nome della raccolta. Buona fortuna. 1. Le auto a scontro tra i nostri pensieri. 2.  E alla fine, eravamo clown.   di Daniele Tantari

L'incidente

Un giorno, di tanti tanti anni fa, in un giorno che precisare bene non so, accadde una disgrazia dove rimasero coinvolti milioni di persone, alcuni morti, altri in coma — altri ancora al manicomio. Quell'incidente fu una disgrazia però nessuno ne parlava; tutti lo sapevano ma nessuno faceva niente, come mai ciò? Noi siamo le vittime di questo incidente , siamo ancora in coma e non abbiamo ancora reagito. Chi è l'incidente? L'Italia del XXI secolo. Chi sono i colpevoli? I politici.  E i pazzi da manicomio? Chi tira il sasso e poi nasconde la mano.

Vittime

Le vittime siamo noi. Le vittime degli incidenti stradali. Le vittime delle malattie. Le vittime delle droghe. Le vittime di noi stessi. Le vittime dei kamikaze. Le vittime dell'odio. Le vittime del menefreghismo. Le vittime dell'amore. Senza volerlo; ci ritroveremo sempre ad essere al posto sbagliato nel momento sbagliato. Per questo ci chiamano vittime. Se stavamo a casa, a bere un caffè casomai, a quest'ora ci chiamerebbero ancora "persone". Invece, ci ritroviamo senza un padre, una madre, un fratello, un amico. E pensiamo: “Non se lo meritava, doveva succedere a me”, solo perché dobbiamo trovare delle giustificazioni.  Per questo da bambini ci dicono di pensare due volte, di prevenire e di essere cauti. Perché se noi non vogliamo le vittime, meno ancora dobbiamo far diventare persone tali e noi carnefici di esse. Sapete, la vita è una puttana. I sorrisi della tua maschera a Gas.

Nero Splendente

Nelle galassie delle tue immaginazioni più frequenti, ci siamo solo noi due e lo specchio dei desideri. Ammiravamo attraverso la luce, gli sguardi dei fiori calpestati, la membrana vegetale del Mondo e ne eravamo stupiti, per la bellezza. Questo bianco satellite, ci acceca di Avidità con le sue manie di manipolazione. Non possiamo farci niente. Gli uomini non credono in Dio; ci credono solo perché non sanno spiegarsi le cose e non vogliono responsabilità. Con timore, io mi avvicino a questa sensazione di solitudine, camminando nelle acque delle menzogne del mio Paese. Calpestando innocue formiche, le quali ignorano il significato di Amore e di Vita. L'essere delle tue parole è privo di significato come l'essere del mio Amore verso di te. Il ciclo continuo del genere umano, tra galassia e formica, è sempre più intenso e incapace. Nel nostro destino, alla fine della strada, ci attende non il Paradiso — del quale mi rifiuto di accettare il significato — né l'Inferno; ma il pro

Il Gas del tuo cuore

Lentamente, come una macchina nel traffico di Roma, esce dalla tua nera bocca, sfiorando i tuoi denti danneggiati dal fumo delle tue sigarette e poi si innalza nel deserto cielo, pieno di rondini, come quella che hai tatuata vicino l'orecchio, quello destro, e che ti piace particolarmente. Venivo sotto casa tua, poi salivo con l'ascensore, poi non volevo più tornare a casa. Quest'atmosfera è pesante, come il mio cuore, ogni volta che mi guardi, che mi fissi e mi rivolgi la parola, perché si emoziona. Ed era bello vederti da lontano, la tua figura, la luce riflessa sui tuoi capelli lisci; Qualcosa sta cambiando colore, nei tuoi occhi sorridenti. Eri rossa, ed eri fredda, poi mi hai dato un bacio sulla mia guancia. Il Gas del tuo cuore mi parla ogni giorno delle emozioni che provi, però io non lo sto a sentire, così mi metto una maschera a Gas e continuo a sognarti. I sorrisi della tua maschera a Gas

Daniele Tantari presenta: "I Sorrisi della tua maschera a Gas".

Immagine
Dopo una lunga attesa e per festeggiare le 4.000 visualizzazioni del blog eccomi con una nuova raccolta. Vorrei, in brevi parole, ringraziare tutte le persone che mi sono vicine, che seguono il blog, che danno anche un piccolo sguardo a questo spazio elettronico. – Dopo "L'universo dei tuoi occhi", vi presento "I sorrisi della tua maschera a gas". Con scene horror, retro, ipnotiche ed evanescenti vi descriverò il declino sociale di una società, di una persona, del mondo e dei nostri sentimenti ormai vuoti ormai vani (cit.) Qui, sotto, sono elencate le tracce: 1. Il Gas del tuo cuore 2. Nero Splendente 3. Vittime Come sempre, ogni testo sarà firmato dal nome dell'album.

Soprattutto tu

Immagine
Tu mi dicevi "da questa città ce ne dobbiamo andare tutti e due, e soprattutto io" dicevi, un miliardo di bar, bar dappertutto, e camminando verso casa mia ero così allegro che ero sorpreso, la città era desertica, e non ci ricordavamo dove avevamo parcheggiato la nostra astronave con i pneumatici lisci, ti ricordi delle sportellate sul cuore? Di certi cieli bianchi sproporzionati, e i tuoi occhi come certi cieli, neri, come i nostri vestiti, e dalla finestra del tredicesimo piano della casa popolare dove si è trasferita tua madre si vede tutta Ferrara, dal castello al grattacielo, e l'insegna luminosa dell'Ipercoop, delle luci enormi che ci sposavamo alla finestra come fossimo a Las Vegas, e poi, e poi ci troveremo come le star nei peggiori bar a lavorare, o nell'autogrill di Ferrara Nord a dormire, e il treno regionale per Bologna sembrava la Transiberiana e tutti morivano sulla superstrada per il mare, ci cadevano in testa le stelle inchiodate male, chissà

Non sei solo.

Cos'è successo? Non ci hai avvertiti, te ne sei andato senza salutare. Eravamo lì, sapevamo che c'eri. Poi ad un tratto.. Poi non c'eri più. Dove sei? Non ci hai detto niente, perché? Ti stiamo ancora aspettando, dove sei? — Non è vero. Avevi solo quindici anni, eri giovane, eri lì, nel cortile e stavi con i tuoi compagni, ora dove sei? Ti sto cercando, ma non riesco a trovarti. E' bastato quell'attimo, è bastato.  E' servito a rovinare tutto, tutti. Un raggio di sole ha toccato terra.  — Poi non c'eri più. 30/12/96 - 5/10/11

L'Amore ingenuo

L'Amore non esiste e se esiste, è divino; come le donne e la loro gentilezza, l'onestà e la dote a loro più cara, più amata dagli uomini. E se davvero, con grazia, dovessi innamorarmi, vi chiedo di svegliarmi da questo incubo da me intrapreso. Ho visto le vittime: sono numerose, sono danneggiate, sono sofferenti e non fanno l'amore. Del sorriso più liete, le gesta di una persona onesta e che ti vuole bene può essere l'unica  forma d'Amore sentita e vera; a parer mio forse una delle poche. Credi in ciò che vuoi: in Dio, negli Dei, nell'Amore e nella Luna, la sera tardi, così bianca e così pallida. Ricorda, però, di credere nel tuo cuore che,  nonostante la testardaggine, non ti mentirà mai né ti tradirà.

Pausa

Nel calvario del nostro amore immaginario, c'è il respiro del tuo più atteso ricordo, che si cela, mentre inerme, ti mangia il cuore e vive delle tue emozioni. Pausa. Ondeggiava sinuosamente sul filo della mia testa, la Passione, che piano piano cresceva;  vedevo lacrime da lontano, le farfalle non volavano più come una volta, erano stufe del sempre più diffuso fumo che racchiudeva le tue bugie. L'autolesionismo delle mie mani sulla tua pelle era sempre più comune, come la pioggia e le foglie spezzate dal vento e dai nostri sguardi indiscreti, impauriti. Che c'amavamo era scontato. Pausa. Le cicatrici del tuo Amore partorito fra i denti, fra i nostri sorrisi, erano scomparse a tal punto che quando ti pensavo, il sole si spegneva. Fumeremo ancora le nuvole che circondano il tuo seno e ci diremo ancora bugie, per non ferirci.

Ciao addio

C'era l'Amore, la tua voce tremolante. Sarà un addio un po' acido, pensavo, senza bacio né sentimenti. Così ti ho visto correre da lontano, ero immobile; poi mi hai baciato, eravamo bellissimi, sei scappata senza nemmeno respirare. Il ghiaccio che c'era tra noi si è finalmente sciolto, dissolto e ora c'è solo l'acqua che racchiude i nostri più intimi ricordi. Eri stupenda, come i fiori in Primavera. C'eravamo detti addio, poi sei tornata.

La Galassia

C'era chi piangeva, chi rideva, chi faceva l'amore, chi uccideva, chi si lamentava, chi vomitava, chi se ne andava e non tornava più. C'era chi spendeva troppo, chi voleva troppo, chi sognava, chi leggeva, chi guardava la televisione e chi la spegneva. C'era chi era illuso, chi non amava, chi cantava, chi ballava, chi guardava le stelle, chi stava all'ospedale e non tornava più a casa. C'era chi fumava, chi si drogava, chi beveva troppo, chi pensava poco, chi stirava, chi urlava, chi menava, chi ti fa una faccia e chi te ne fa altre cento. C'era anche chi minacciava, chi rubava i soldi, chi era povero, chi era ricco, chi stava al computer, chi pregava, c'era chi bestemmiava e poi prega in dio in caso di bisogno. C'era, e per me non c'era nessuno. Nella mia Galassia c'è, poi non c'è più. L'universo dei tuoi occhi.

I meteoriti tra i nostri sguardi

Ci sono i meteoriti tra i nostri sguardi, penso di amarti ma ormai è troppo tardi. -La tua famiglia mi odia, la mia famiglia ti odia, come possiamo stare insieme? Finiremo come Romeo e Giulietta.. Tu, mi odi? - No, non ti odio, ma non ti amo più, io con te sono al centro. E' più facile credere nell'odio reciproco. - A me non interessa se mi odi o meno e di certo non odio te, non ha senso odiarti. - Io non ti odio, te l'ho detto. - Sicura? - Si. L'universo dei tuoi occhi.

Il mio cuore platonico

Vorrei disegnare delle stelle sul tuo corpo, poi accenderle per soffiarle e lasciarle nel cielo; siamo persone abituate ad amare l'Invisibile, ad essere amati da chi ci è Invisibile. Le luci dei nostri sogni si spengono sempre più e noi non siamo capaci ad accenderle. E' che quando ti vedo mi sembra di vivere di nuovo; con te sono Io, con gli altri sono Uno. C'è solo un problema, c'è che ti amo e non posso stare senza il tuo odore né la tua presenza accanto alla mia. Taglierò le comete e le metterò sul mio cuore, sperando che tu riesca a vedere ciò che provo per te. Sono stanco delle persone, per quanto le puoi amare saranno sempre noiose. Credo di vivere nella tua essenza, nel tuo essere Persona; credo nel Dio delle illusioni, al suo essere assente. Intanto giacerò qui, in tua attesa, sperando che tu mi creda, sperando che il tuo Cuore abbia sentimenti. Strazierò i miei occhi finché non mi odieranno per le continue lacrime sprecate a pensare a te. Lo sai, nel mio cuore

I satelliti della tua pelle

Giocavamo a farci del male, seriamente; lanciavamo quei fiori bianchi addosso alle porte del nostro cuore, poi piangevamo di gioia, ci dipingevamo la faccia con la felicità. Attraversavamo gli oceani e gli spazi infiniti per trovare le nostre poche speranze. Caricavamo le nostre mani di stelle, poi lentamente andavamo giù.  Giù nel profondo nero desolato, triste e sulla tua pelle chiara tiravamo su un po' di eroina per i nostri pensieri pesanti e le nostre madri preoccupate. Giocavamo a farci del male, dolcemente; come gatti graffiavamo la pelle e affondavamo l'acido sui nostri capelli spenti. Stupidi passavamo il tempo a leggerci le mani con i nostri occhi seri e le labbra secche. E perdersi, tra i pianeti della nostra città, tra i sorrisi dei nostri cuori e disegnare satelliti sulla tua pelle sporca di me. Sarà che nel tempo del nostro addio, ti vedo sfocata e troppo lontana, distante dai miei sentimenti. Giocavamo a farci del male, a dirci 'ti amo', a dirci 'ad

Cuore di paslma

C'era la cenere sulla nostra pelle, aprivamo gioie per illuderci ancora soffiavamo per farla diventare stelle, con sorriso ci dicevamo bugie, ancora. Nello spazio platonico del dolce dolore, sceglievamo il rancore al posto dell'amore, vedo il rosso e capisco che è il nostro colore. Slegavamo i nostri cuori dalle catene ramate, vivevamo nell'orgoglio del primo ti amo, per curarci dalle nostre passioni un po' malate. Era forte il profumo del tuo bacio scarlatto, rubato alle Sirene e al tuo vestito sciatto. V'era il nero colato su i tuoi occhi grandi; Cuore di plasma, perché piangi? L'universo dei tuoi occhi.

L'atmosfera dei tuoi sentimenti

Ma come stiamo messi? Sussurravamo parole dolci al telefono di notte, aspettando che la luna andava a dormire. Spendevamo soldi per comprare un vizio quando ne avevamo uno, che era gratis. Eravamo io e te sui prati, sulle panchine, un po' ovunque. Nel cielo di Roma volavano sguardi tristi, ammaccati dai nostri pianti serali, con le stelle, e le chiacchiere di nostri amici che superavano il pensiero del nostro cuore. Quindi, mi chiedo, dopo tutto questo tempo, dopo questi lavori in corso, l'atmosfera dei tuoi sentimenti.  E' che quando ci parliamo l'odio bacia i nostri occhi e le nostre lenti d'orate svaniscono, siamo perplessi, siamo soli e ci diamo la colpa. Volavamo, persi, sugli aquiloni del mare di Ostia senza destinazione. L'universo dei tuoi occhi.

Tantari Daniele presenta - L'Universo dei tuoi Occhi.

Immagine
Dopo 'DOLORE', raccolta drammatica e piena di rabbia, torno con "l'universo dei tuoi occhi". Una raccolta di poesia, testi e molto altro su due argomenti distinti ma legati allo stesso momento, Amore e Spazio.  Come diceva Ardengo Soffici    " L'universo è una sfera il cui raggio è uguale alla portata della mia immaginazione" . Spero  che anche questa raccolta vi piaccia. Come sempre ogni post della raccolta sarà firmata alla fine con " L'universo dei tuoi occhi."  per identificare i vari testi. Qui sotto troverete le tracce: -1 L'atmosfera dei tuoi sentimenti. -2 L'universo dei tuoi occhi.  -3 Cuore di plasma.  -4 I satelliti della tua pelle. -5 Il mio cuore platonico.  -6 I meteoriti tra nostri sguardi. -7 La Galassia. DanieleTantari   © .

Svanendo nel fumo

La vita è bella, la morte è ancora meglio. Stringevo forte il cappio al mio collo; la corda l'avevo attaccata a quell'asta che usavamo inutilmente. Così misi la testa all'interno di quel cerchio ruvido e sporco, poi guardai in basso. Ho visto tutta la mia vita in un batter d'ali. Il mio cuore respirava piano, la mia mente era persa, i miei occhi piangevano. Non pensavo di avere il coraggio, invece. C'era Battiato di sottofondo, il ventilatore stanco, le macchine che urlavano e gli insetti bianchi che cercavano conforto in qualche buco. E' stato un attimo, un raggio di sole; poi non c'ero più. Nella casa c'era solo questa corda e il fumo che usciva dalle mille sigarette accese per affumicare il luogo. Si staranno chiedendo il perché , quello che mi chiedevo ogni giorno io, si chiederanno di quanto costi adesso affrontare il funerale, i fiori, la bara.  L'acqua dal vaso dei fiori, accanto alla mia lapide, è finita; come l'Amore dagli occhi delle pe

La stupida bella

Ti odio come gli Ebrei odiano Hitler. L'Odio in me nasce sempre più al tuo solo sguardo, quella faccia da cazzo, un po' da zoccola, che ti ritrovi la distruggerei; vorrei buttar acido su quel tuo viso stupido, da ingenua ma in fondo intelligente, quel che basta. Taglierò ogni tua ciocca bionda e la userei per impiccare la tua voce usata, banale e infantile. Prenderei a schiaffi quelle guance che ricopri di fondotinta, brucerei i tuoi occhi azzurri, vuoti. Odierò te per sempre, le parole, il mese di maggio e il nostro ricordo nel tuo letto.  Ti raffigurerò come l'arcobaleno nell'Inferno, il tuo nome nella merda e guiderò veloce solo per prenderti in pieno; no, non mi fermerò. DOLORE

Colpiscimi

Colpiscimi, con le tue parole stupide, i capelli biondi e le frasi perfide. -Giocavamo a toccarci, ma non era il solito masturbarsi- Vedevi il mio cuore da lontano lo colpivi lentamente con la mano. Morivo e per te, non era niente di strano. DOLORE

Speranze immortali

Erano le solite, quelle che non guardavi la sera, senza trucco, senza vita nei tuoi occhi. Le speranze immortali sono le prime che ti inchiodano ad un crocifisso e ti guardano, come fossero giudici e si aspettano tanto da te; ricoprirò il cielo con le bugie dei tuoi sorrisi e le menzogne dei tuoi occhi. Dividevamo l'alcol per risparmiare, quando poi spendevi tutte le parole per un grammo di eroina, bianca, sporca, usata per nasconderci i tuoi sentimenti e la tua famiglia malsana. Ritrovarti nel mio letto, nudi ed abbracciati. Sentire il tuo odore acido sulle mie dita. Toccarti di nuovo, in quel modo. Sono le mie speranze, quelle che non accadranno mai. Però ti immagino, sporca di me, mentre mi baci. DOLORE

Daniele Tantari presenta "DOLORE"

Immagine
'DOLORE' è una raccolta, che pubblicherò a poco a poco, la quale contiene testi con tutti i miei maggiori Dolori passati, presenti e futuri. Si incentra sull'Odio, sulla Morte, sulla tristezza, sull'Amore non ricambiato. C'è sangue, non ci sono speranze; ci sono lacrime. Il Dolore del mio cuore. ' Un modo molto importante per farci amico il dolore è farlo uscire dall'isolamento e condividerlo con qualcuno che può accoglierlo' dice Henri Nouwen; io ho deciso di condividerlo con voi. Sto ancora lavorando, tutti i futuri post con la firma finale 'DOLORE' fanno pare dell'album e verranno automaticamente aggiornati qui sotto: 1) Oh Guerra che tutto prendi e tutto fai tacere. 2) La stupida bella 3) Speranze immortali. 4) Colpiscimi. 5) Svanendo nel fumo DanieleTantari©     

Nove, quattro, novantaquattro

Sto morendo, dentro di me, piange il mio cuore ormai; di lacrime gli occhi son colmi  mentre il veleno comincia a fare il suo effetto.

Epico ed indolore, in Gloria pace sono

Sto sbiadendo come inchiostro su questo foglio; colo, sempre più veloce e macchio la pelle sempre più scura. Non si sente dolore, neanche un sibilo accennato ma solo agonia, un pianto freddo, rimorso sfrontato che porta al suicidio, ed è colpa mia. Masochista son io, che cerco sempre più la perfezione e la discesa nell'oblio. Straziato morirò seduto ad aspettare un cambiamento, il mio, che mai arriverà; e se giungerò davvero dove colui m'attende, spero solo di riuscire finalmente ad essere felice.

Cicatrici di fondotinta

Ella fu, imbarazzata piangente, disperata di ritrovare la pace con il suo cuore, le vene del suo cuore sono sempre più piccole.  Cadevano Gioie, quella sera, ricordi? Tu eri la mia preferita, con quei occhi grandi mi sibilavi emozioni e insieme, tra baci e capelli bagnati, facevamo l'Amore. Si rubavano pensieri, al telefono verso le due di notte, e le parole erano sempre più vuote più semplici. Non importa. Di ricordi mi nutro, di emozioni mi uccido e lentamente ti abbandono. Eppur è passato tempo, sono ancora qua, ancora qua ad amarti.

Saremo mai veramente lontani?

Ricordati - purtroppo - sempre del 3 Luglio, come il giorno in cui hai incontrato Odio. Ricordati - mentre piangi - che qualche mese dopo, hai incontrato quella che tu chiami Fine. Ricordati, mentre urli, che in 9 mesi, hai incontrato quello che ti ha fatto impazzire,                                          quello che hai chiamato Amore.

'the End'

Sei inutile. Sei  Vuoto, nell'aria urli ma nessuno ti ascolta. Sei carta che brucia; fai una grande fiamma e poi diventi cenere. E come cenere, sei grigia, e come sempre, vinco io.

Degli alberi, l'essenza è svanita

Andavamo in biblioteca a cercare i nostri libri, quelli scritti con le idee e le frecciatine dei nostri occhi. Leggevamo dei fogli, un po' bruciati,  con su scritto ciò che provavo per te.  Poi rimaneva quel pezzettino di carta, dove c'era un cuore; l'ho bruciato. Ora c'è il nulla. Non c'è più nulla da leggere. 

In una bara, buia e rossa

Muore, un fiore quando viene calpestato. Muore, quando un bruco sta per diventare farfalla. Muore, chi aspetta in eterno l'Amore tanto sperato. Muore, chi è triste, quando non ci sono speranze. Muore, chi è senza peccato, chi crede nell'Odio. Muore, quando c'è un cuore senza emozione. Muore, mentre passano gli attimi e tu li lasci passare. Muore, felice, chi ha fatto l'amore e ha goduto. Muore, chi dice 'Ci Sarò' e poi ti dice 'Addio'. Muore, poiché non è mai stato sincero. Muore, forse lentamente, chi ha combattuto. Muore, in pace, chi ha dato la pace. Muore, in lacrime, chi ha amato. Muore, solo, chi solo è. 

Margherita, spezzata e offesa

Rosea la tua pelle, dolce, 'ove m'era solito toccar paradiso; la luce, negli occhi più celesti tuoi, s'accelerava sempre un po'. Vedevo odi, non manifestati, non scusati. C'eravamo accecati, sgridavamo le nostre bocche colme di peccati - della lussuriosa mente tua - mentre t'accarezzavo il seno, tu vibravi, tu v'eri piena di brividi. Nascevo, di nuovo, nel parto del tuo, più profondo, Amore. Impallidito, risplendevo alto, come te e il Sole.

Orsi Polari d'Estate

Giocavamo a fare i duri, su quel bianchiccio letto apparentemente distrutto dai tuoi sbalzi d'umore. La luce della lampadina soffusa, che creava l'atmosfera, che ci allontanava dal mondo, che ci portava - per un attimo, o forse due - in paradiso. Il buio dell'angolo, i tuoi peluche consumati dai tuoi pianti, e noi due a crearci; come Dio creava l'uomo. Salvaguardavamo i nostri occhi dai peccati e ci giuravamo amore eterno. Eravamo nudi, un po' sudati, su un letto vissuto, a guardarci fissi, a guardarci i sorrisi a guardarci i capelli. Lo specchio che scrutava, io che ridevo, tu che fumavi e mi chiamavi, urlavi. Credevamo nell'istante, nel rumore di quel silenzioso sospiro; credevamo nello Smack delle nostre labbra quando si baciavamo e del profumo della nostra pelle. Quella porta ormai sbuffa, è stanca, vittima delle nostre ingiustizie. Dal balcone, nudi, udivamo un suono; Amore. Cavalcavamo cieli come se fossero mari: tra le onde, tra gli scogli, tra le vittime

Caroline

E  cosa daremo da mangiare a questi pesci, ormai a pancia in su, morti da questi stupidi tumori gialli, di questo gas troppo forte e troppo amaro. I computer mal funzionanti, dei cavi della luce dove fanno l'amore questi uccelli - questi coccodrilli affamati ormai piangenti. Fumerò tanta erba, come quella che calpesti quando torni a casa la sera tardi, quando hai sonno non fai a caso al verde. Misurerò l'altezza dei miei sogni, lancerò saette verso i tuoi occhi affinché tu possa credermi che quando ti dico che sei tutto, morirei per te. Fasciami questi, ormai vuoti, occhi persi della vista; lecca il sangue che cola dalle sopracciglia e curami dalla droga più malsana da questa eroina di passione. Svergina la più insulsa preghiera e aiutami se ti dico che pregherò per te. Pubblica la mia anima su Facebook, commentala e vivila come se fossi - io - che ti fisso dall'armadio della tua camera tutta verde, con il letto bianco, pieno di poster dei tuoi idoli e tra loro ci sono anch

Love n' pills

Le pillole domenicali, quelle prese al mattino, facevano bene e facevano dimenticare; guardarci allo specchio, quanto eravamo belli? Forse troppo per dei drogati di sesso. Eppure la scioglievamo nel caffe, quella pasticca un po' troppo bianca a forma di cuore, come quello che batteva forte, quando, nudi, giocavamo sul letto a fare i grandi, piccoli, a dirci 'ti amo' senza senso. Come scendeva giù però, insieme all'alcol difficile, delle sere in discoteca per dimenticare, la pasticca, giacché le luci delle macchine erano troppo forti e il battito arriva fino al collo. La nebbia sempre più fitta, tra le tue mani e le mie; respiravamo piano per non far piovere, per non farti piangere. E le radio accese, ci lanciavano dei segnali ma noi non li capivamo, noi eravamo superiori e continuavamo a discutere dei fiori rossi sul davanzale di casa. Attenti, guardavamo intorno se nessuno ci guardava, a far del sesso, quello pesante come i film porno, nella camera dei tuoi genitori, a

La raccolta

Immagine
Daniele Tantari per voi presente 'Industria Farmaceutica di Sentimenti', una raccolta di testi: 1. Direzione California. 2. Gabbiani sporchi. 3. Nella città c'è un fiocco, un altro per te. 4. Industria Farmaceutica di Sentimenti 5. Love n' Pills. 6. Caroline. 7. Giacerai Dormiente.  Tutti i testi dell'album hanno il marchio: #Industria Farmaceutica di Sentimenti.

Industria farmaceutica di sentimenti

Scriveremo sui diari arrabbiati quanto fosse difficile amare, quando dovevamo camminare su quelle strade e fingere che andasse tutto bene; tu con quei capelli biondi li alzavi in aria come fossero foglie al vento. Mi guardavi, la matita per gli occhi era stranamente più scura, poi ti ho baciato ed hai sorriso, o l'hai accennato. Mi hai preso la mano ed hai iniziato a correre per sederci su una panchina vissuta, che ne aveva viste di coppie, ed hai iniziato ad abusare di me come nessun altra aveva mai fatto prima.  Il sole era nascosto, quasi imbarazzato, aveva lasciato il posto alle nuvole grigie piene di pioggia e di occhiatacce, quelle dei passanti mentre facevamo l'amore pesantemente; gli uccelli si stazionavano sugli alberi vuoti, senza foglie né vita, e noi incominciavamo ad avere brividi, quelli belli che vengono  solo da una canzone fatta bene. Salivano sempre più su, ti assaggiavo la bocca e ti sussurravo un bacio mai visto prima. #Industria Farmaceutica di Sentimenti

Nella città c'è un fiocco, un altro per te

Saremo come i panni sporchi nelle serate invernali ad asciugare, lenti come le formiche che vanno a pregare in chiesa. Ci chiederemo se saremo come televisori, un po' sbiaditi dalle modelle rifatte; puliremo i nostri bicchieri sporchi dalle nostre impronte di sangue che lanciavamo sguardi, fulmini con il tuo sorriso un po' falso. Scriveremo lettere senza destinazione né destinatario, costruiremo castelli sempre più in alto con dei fossati profondi come la tua bocca, da dove uscivano parole senza senso, da dove usciva il fumo di quella nicotina un po' regalata un po' spezzata. Le mani toccavano i tuoi vestiti, macchiati leggermente dalle mie parole, stirati male dalle mie occhiatacce. E mentre il tuo seno si posava sul mio petto, il cuore batteva ed urlava. Smetteremo di toccarci quando smetteremo di guardarci negli occhi;  saliremo sempre più in alto, su quella giostra arrugginita, per guardare i tuoi capelli bruciati e la città sempre più bianca e arrossita dalle tue u

Gabbiani sporchi

E voleremo.  Sporchi di questo petrolio, di bugie, dei tuoi sorrisi e delle tue scuse. In alto, sempre più in alto, vicino ai tuoi occhi ormai spenti, in lacrime, causati dal fumo penetrante, nei nostri cuori un po' appannati un po' vuoti. Voleremo bassi a toccar l'acqua con un dito, con le labbra sporche della tua pelle e del tuo profumo di Dior col fiocchetto, che mettevi ovunque, c'è l'infinito nei miei occhi; c'è l'oceano nelle mie vene, un po' salato un po' blu. Siamo dei corpi vestiti da gabbiani quelli che vedi sul molo al porto, che ti dicono ciao ma tu non li senti. #Industria Farmaceutica di Sentimenti.

Direzione California

Sotto le lenzuola.  A  tremare, abbracciati con i piedi sudati, per i calzini colorati e le gambe sbucciate da lacrime pungenti, di pietra, di sangue dei tuoi occhi stravolti; questa cocaina di amore fa male, più del normale. Cadranno stelle, cadranno comete dalla tua bocca a forma di cuore.  E crederai nella luna mentre ti fissa gelosa dalla tua macchina mentre baci le luci, quelle al neon, dei centri commerciali. Sono infinitamente solo, solo e senza  i tuoi occhi marroni e quel fondotinta sbiadito sul collo, che ti faceva la pelle chiara, come il sole in quelle giornate d'Estate a far l'amore sdraiati sui prati. Le foto abbracciati a toccarci, ad  ascoltare quei sentimenti che adesso sono distrutti da rimorsi, un po' vecchi e malinconici; il vuoto della tua presenza e dei tuoi sorrisi sono  spezzati da lacrime delle mie bugie. Cadremo nei sogni, dove in essi posso rivederti e baciarti per l'ultima volta ed è solo un illusione che mi brucia la pelle e lascia il segno.

L'ultima Winston Blue

Ormai eri una sigaretta che era accesa da troppo tempo. Spenta e ri-spenta perché pensavo di riuscire a smettere questo vizio. Poi tornavi e la riaccendevo; ora, che siamo arrivati al filtro so che è veramente finita e che non potrai mai più farmi del male; sicuro farà più male il fumo provocato dalla sigaretta.

Sto perdendo una figlia

Ti ho amata, forse, poi ho smesso; non ci riuscivo più. Erano assenti le ragioni di questo amore e pian piano svanivano sempre più come il rumore del treno quando parte. Sogno un cielo limpido, pulito dal tuo odore nauseante, come il vuoto che permane fisso nella mia mente, muoio.

12.41

E non scriverò mai più di te, mai più. Non parlerò di te che mi hai spezzato il cuore più forte di come io abbia mai fatto con te; hai distrutto tutto in 4 minuti e, neanche lo hai fatto te, hai lasciato lo sporco lavoro a qualcun altro. Mi fai schifo, non sono un mostro da meritarmi ciò. Potevi avere anche le palle, tu, di buttare all'aria questo parto. Ormai sei legno nel mio cuore, che lentamente brucia nel fuoco di questo dolore lancinante.

C'è l'odio nei nostri cuori

E arderemo come il fuoco,  le bugie e le nostre lettere scritte con le unghie.

Giacerai dormiente

Cieli distrutti dai tuoi sguardi finti, dal tuo smalto sbiadito comprato all'autolavaggio in quelle notti d'estate a far l'amore sotto un ponte; c'eravamo io e te e i nostri pensieri suicidi. Volano tra le tue gambe quelle foglie secche, spezzate dalle nostre lacrime versate nel letto, a chiamarci, a fare gli orgasmi silenziosi. Il tuo sorriso è ciò per cui vale lottare: sputo sangue, lacerazioni delle tue bugie sulla mia pelle stanca e consumata dal fumo incessante causato dall'ansia dei tuoi occhi fissi nel vuoto. C'è l'infinito sulla tua schiena disegnate dalle mie unghie storte e i miei sospiri sul tuo collo, bagnato dalla mia bocca lussuriosa. #Industria Farmaceutica di Sentimenti.

A, B, C, D&E

Voglio rivivere di te, dei tuoi baci, delle tue parole. Sta volta non tornerò io, anche se dovrei di nuovo stupirti; però non posso, me lo rinfacceresti. Quindi, io sono qui. Chiamami. Ora , sono pronto ad iniziare di nuovo, con te.

Un giorno, insieme

Sangue sul suolo del salice, dove andavamo a far sesso con il tuo sogno tra i sogni, sotto il cuscino strappato; studiavamo le stelle sopra il cielo sereno, mentre ti sibilavo il mio ti amo più sincero.

Pezzi di te

Anche se mi odi, io ti voglio bene. Mi manchi e per qualsiasi cosa io sono qui; anche solo per prendermi a parolacce. Pensami nel buio della tua camera, la notte tardi, a fissar quella porta. Perché c'è ancora amore.

Tu sei il mio Ossigeno

Siamo destinati a stare insieme, ne sono sicuro; tu sei mia ed io sono tuo. Come un cuore e un corpo. La pioggia e la terra. E' solo che è troppo presto, non è il momento. Però, dobbiamo stare insieme. Ci completiamo, anche se adesso può sembrare il contrario.

Quote #1

«Ci amerà il Sole se e sole se un giorno riusciremo a descrivere la Luna.» «Il vizio del tuo cuore è sempre stato quello di amarmi. Il vizio del mio cuore è sempre stato quello di mentirti.» «Sto bucando la tua pelle per far uscire la rabbia che c'è in te.» «Non voglio più ferirti, neanche con lo sguardo. » «Il mio sbaglio più grande è stato quello di non ripeterti quanto eri bella.  » «  Sto cercando i miei sentimenti, quelli che ho lasciato nella tua stanza quando facevamo l'amore. » « Sei come un caffè di prima mattia.  » « Hai l'Infinito disegnato sulla schiena.  »

L'autostrada dei ventricoli

Aorta di emozioni; quelli bruciati dai polmoni e dalle grida delle tue arterie.

Azoto rinnovabile

Sto bruciando nell'ardore del tuo cuore. Le arterie stanno urlando per lo smog di bugie. Voglio riciclare i miei occhi perché hanno visto troppo. Mentre ritaglio le mie labbra, che ti piacevano tanto, mi rendo conto che le mie dita hanno ancora il tuo odore.

Monopoli di anime

Non saranno due graffi a bruciarci mentre facciamo l'Amore accartocciati sul Divano, il sabato sera, mentre sussurrando ci dicevamo parolacce, offese, insulti e mentre ci dicevamo Ti Amo; continui questo bellissimo gioco soltanto perché hai vinto Parco della Vittoria con il tuo sorriso infantile e i tuoi occhi ingannevoli.

Condizione di Esistenza

Siamo solo due Poeti arrabbiati; con la lingua intrecciata, le ali ammuffite e l'Amore disegnato sulla schiena.

Metamorfosi di Atomi

Non manca qualcosa? L'odore della tua pelle sta già svanendo dalla stanza. La tua assenza, la tua essenza, mi brucia il cuore; le vene stanno sussurrando del sangue pieno di parole che vorrei dirti ma non riesco. L'ossigeno è finito, mi sono rimaste le bugie del tuo Amore, del tuo cuore.

Se e solo un grande se

Se la gente facesse l'amore più spesso non ci sarebbero tanti problemi. Se la gente fumasse di più non ci sarebbe tutto questo stress. Se la gente si drogasse di più saremmo tutti più felici. Se la gente bevesse di più non vivremmo in un paese pieno di ostacoli. Se la gente smettesse di seguire le regole diventeremmo tutti più sobri e vogliosi di vivere. Se la gente ballasse di più non ci sarebbero tutti questi pregiudizi. Se la gente abbracciasse di più non ci sarebbero tutti questi terremoti. Se la gente sorridesse di più non ci sarebbero più le malattie.

L'Infinito è il prodotto di otto.

8 sono le volte che ho pianto. 8 sono le parole che volevo dirti. 8 sono le sigarette fumate male. 8 sono i minuti che aspettavo. 8 sono le volte che ti ho lasciato. 8 sono le volte che ti ho ripreso. 8 sono le volte in cui volevo morire. 8 sono i modi in cui volevi vedermi morie. 8 sono mesi in cui siamo stati insieme. 8 sono i mesi dove ti ho mentito. 8 sono i mesi dove rimpiangevo tutto. 8 sono i mesi dove volevo darti tanto. 8 sono i mesi dove non ti ho dato niente. 8 sono i mesi in cui abbiamo vissuto. 8 sono i mesi in cui abbiamo sofferto. 8 sono i giorni che passavano. 8 sono gli aggettivi che ti descrivono. 8 sono le parole di odio che ho trovato. 8 sono i tuoi pregi più belli. 8 sono i difetti che non hai. 8 sono tanti. 8 sono passati. 8 sono distrutti. 8 è il nostro amore. 8 è  ∞.

Seconda Winston a destra, proprio lì

Saremo un cornetto al cioccolato, con il caffè la domenica mattina d'Inverno; lo finiremo così in fretta che avremmo voglia di mangiarne un altro. Poi, dopo aver mangiato il secondo, ci chiederemo davvero se volevamo di nuovo il cornetto o era un tentativo di saziare un buco che, forse, non era causato dal cibo.

Desiderio, sei distante

Non importa quando duramente si tenta di fare qualcosa, tanto finirà peggio di quanto avresti previsto; e non puoi comandarlo. E' destino, ciò che vorrai sarà sempre un passo davanti a te. - it doesn't even matter how hard you try.

Vorrei morire, posso?

Sarò grato a chi mi dirà "fermati, non farlo". E chiederò scusa a chi mi ha detto di "farlo".

Cadendo nell'Oscurità

Voglio uccidermi e cancellare per sempre il mio nome; voglio smettere di esistere per non soffrire più e per non farti più soffrire. Voglio far scivolare l'anima dal mio corpo,  destinandola ad un qualcosa di migliore, se c'è. Credo nel Meglio, anche se qualcuno soffrirà;  Meglio mi sta aspettando, credo che andrò.

La statua che si lamentava

Ricorda. Per quanto tu possa essere simpatica, per quanto tu possa sforzare di venire sin qui, TU sei e sarai sempre fuori luogo. Per me, per loro; tu appartieni a un altro mondo, questo non ti appartiene.

Via Augusto Murri

Salvaguardia il paradiso, ci sono troppi piccioni infetti. C'è un gabbiamo, sporco del tuo sangue. C'è un gatto, ricoperto dalle mie bugie. C'è una porta piena di speranze. Abiti in una stanza dove c'è stato tanto, ma adesso è rimasta solo la ferita che ti ho lasciato.

Tre

Forse era meglio morire lì, nell'attesa di prendere il 3 alla fermata di San Giovanni, insieme a te e alle sigarette fumate di fretta. Tu sorridi, io sorrido; poi lo hai preso e non sei più tornata.

Direzione Thorvaldsen

Ascolta la pioggia, non ne sei mai stata capace. E lei era lì, per te, che ti chiedeva soltanto di capirla, di comprenderla. Però tu la ignori ancora, come ignoravi me, il tuo mondo e questo falso sorriso che nasceva quando uscivamo insieme.

Addio, fottiti, ma aspettami

Quando finirai di vedere il mio blog allora mi avrai dimenticato davvero.

Twilight

Daremo la colpa ai cellulari sul tavolo, ai cervi che saltano nei prati, ai quadri appesi alla parete, al filo che non si attacca alla parete, ma mai a noi stessi. Perché siamo umani. Non ci diamo colpe, noi ci amiamo.

Ignorami

Ma non sei stanca di me? Delle mie scemenze, delle mie bugie, della mia stessa persona? Se lo sei, perché continui a darmi importanza, a dare colpe. Vivi la tua vita, cresci e impara. Forse era meglio se non ti tagliavi i capelli.

Analisi Grammaticale dei Sentimenti

Ho bisogno di te. Io = Soggetto sottinteso. Ho bisogno = Predicato Verbale. Di te = Complemento di specificazione. Già, una specificazione che non esiste più.

Heart

Non te l'ho mai detto; io non ti ho mai amata tanto.

Metro B

Rimarrò lì, a guardarti toccare il fondo. A ridere delle tue sciocchezze, delle tue parole. E, ora, non ho più bisogno di te; Cadranno le stelle, bruceranno tutti gli alberi, io non ti cercherò più, né penserò mai più a te.

Piazza Bologna

La cosa che mi dispiace di più, e non ne sono molto felice, è che dopo 8 mesi non mi importa niente di te. Non ho nessun sentimento, anzi, col tempo se ne è andato a farsi fottere insieme alle stupide parole che mi uscivano di bocca. Sarà che è la prima volta, sarai tu, sarò io, intanto stiamo sempre qui a parlar male di noi.

Alle Poste Italiane

E ora che non ci sei più, Tu non ci sarai più; nessun ricordo, nessun bacio, nessuna risata. Nessun 3, nessun 3 Luglio. Non ti ho amata, credevo, forse un po', volevo solo una distrazione. Ora basta tornare al passato, basta essere un coglione. Si tira avanti, meglio di prima, con nuovi valori nuove speranze e soprattutto con, decenti, nuovi amori.

Dall'altra parte del benzinaio

Cuori selvaggi, distruggono bugie permanenti - se sì è in grado di perdonarle - vivendo il presente, ignorando il passato e sperando di non morire, in futuro, da un proiettile vagante.

Mille papaveri rossi

Raccoglierò un fiore dalla tua bocca, perché troppo bello per piantarlo a terra. Resusciterò candele, ormai spente,  delle feste dei compleanni. Pregherò quei santi anziani, che son dimenticati da anni. E vivrò abbracciato,  in un campo di grano,  con Piero.

La società in bianco e nero

Vedremo struccarsi professori, della loro maschera fredda e odiata. Vedremo spogliarsi governatori, che usano la Storia a loro piacimento. Vedremo ballare i Carabinieri, dei quali dovremo certamente fidarci. E, forse un giorno, riusciremo a vedere una spogliarellista: che insegna, che governa e ci difende.

Bruciando il tuo ricordo

Ricorda  come muovevo le mani quando te le infilavo nelle mutande, quelle nere di pizzo, e come ti muovevi. Ricorda le tue anche nude, la tua pelle sudata e le grida nel silenzio; l'odore del tuo profumo, i capelli umidi e il tuo trucco sbiadito. Poi un bacio, poi un orgasmo.

Odioso d'amare

Cadranno: scuse, sorrisi, ripensamenti quando morirò. Ma non le lacrime, no, perché saranno troppo occupati a prendermi a parolacce. 

Cuore realistico

Ti ho rubato l'anima per vedere se conteneva il mio amore, i miei Ti Amo, la mia passione, le mie emozioni; frugando, ho trovato anche la mia, di anima. Ora capisco perché mi sento così vuoto; mi hai preso tutto ed io sono rimasto senza niente.

Smookey eyes

Cavalcando palpebre rosa, cammino sul tuo ombretto, che usi per nascondere le ferite, alla ricerca dei tuoi, più blu - più sinceri - , occhi.

I quadri della tua cucina

E ricordare; quando eravamo sul balcone, nudi, sudati a farci baciare dal sole. Invidioso di noi, allegri a far l'amore con i nostri sguardi, con le labbra, con gli occhi, e fissarci, ridendo come degli innamorati sciocchi. Perché noi, angeli caduti, credevamo che fosse durata, e io, stolto, ti ripetevo che ti avrei sempre amata.

Sussurrando Orgasmi

Voglio slacciarti il reggiseno, per sentire la tua eleganza con mano; voglio toglierti le mutande, per sentire, toccare il tuo piacere più grande. Farti urlare, quasi morire, dal piacere incontrollabile che ti penetra tutto il corpo, fino a scoppiare in un grido di Gloria.

E' una placenta distrutta dalle bugie

Sto andando giù, sempre più giù; sto affogando nel tuo liquido amniotico. E mentre combatto con i batteri del tuo cuore mi rendo conto sempre più, che gli anticorpi sono inutili. Perché un cuore malato, non sempre, si cura con la medicina.

whitebait's pain

Vorrei prendere il bianchetto e cancellare le ferite dal tuo cuore.

Fiocco di Carta

E mentre le nostre labbra facevano l'amore, io rimanevo allibito dalla bellezza del tuo volto, dai tuoi capelli e dal colore della tua pelle; da come i vestiti ti calzavano perfettamente addosso, e come il tuo corpo si riscaldava al contatto con il mio.

Corrente Cardio - elettrica

Catastrofe armoniosa, dai cieli infestati, dei nostri cuori infranti, del gas delle nostre menti colme di odio e di amore, ormai finto, ormai vuoto; come la luce nei tuoi occhi che mi guardavano sollevati, quando mi dicevi ti amo .

Nove mesi, e poi il suicidio

E moriremo, a fare l'amore per ore, sul precipizio, a guardare le stelle, a piangerci addosso per i nostri errori banali, a mangiarci le unghie nell'attesa, del tuo ciclo mestruale.

Lacrime di ricordo

Sarò sciocco, o forse ci credevo troppo. Ero abituato a viverti, ogni giorno. A sentire il battito del tuo cuore quando posavo la mano sul seno. Ero abituato a prenderti la mano per portarti sempre con me. Al calore del tuo viso quando, lentamente, mi baciavi. Ero abituato a sentirmi dire " Ti amo, sei tutto e lo sarai per sempre". Forse, ero troppo viziato.

Materasso stellare

Abbiamo consumato tutte le stelle, con il nostro sudore abbiamo imbrattato le coperte che servivano soltanto come copertura, per nascondere ciò che stavamo creando, il nostro, Amore.

,Effe

Sarà che ti ho visto una volta, e mi è bastata per farmi perdere la testa. Le farfalle ormai stanno morendo nell'attesa di rivederti un'altra volta, almeno una, prima di morire.

Calcestruzzo di vetro

Voglio distruggere questi muri finti, la carta da parati e le maniglie della porta d'oro sbiadito; dove tutte le sere finivamo per terra, distrutti a bere, a fumare, a farci di sesso, a camminare sui muri bianchi, pieni delle tue impronte.

Sta diventando rosso,

Non esisto se non sei con me; e pensare che tu stai baciando le labbra di qualcun altro, o la presunzione che tu stia dicendo Ti Amo a chi non lo merita veramente mi fa a pezzi. Io sono tuo e tu sei mia; come il Sole e la Luna, il Semaforo e le strisce pedonali.

Cancellare i satelliti

Sarà che le stelle hanno bruciato dalla mia pelle le bugie, che sono rimasto asciutto e vuoto; adesso che se piango mi escono solo parole vuote e senza senso, come un Ti Amo detto senza sentimento.

Purtroppo pungono

Voglio essere il materasso, dove ogni giorno ti masturbi. Voglio essere il tuo specchio, che usi per essere perfetta. Voglio essere il tuo rossetto, che sfiora le tue labbra perfette. Voglio essere la matita. che si posa sui tuoi occhi grandi. Voglio essere il tuo reggiseno, per tenere il simbolo della tua bellezza. Voglio essere il tuo fidanzato e dirti Ti Amo mentre facciamo l'Amore. Non il rimpianto, di non avermi mai detto "Addio".

Respirandoti

E le tue mutande di pizzo, nere come la stanza dove ci consumavamo, dove facevamo la guerra. A strafarci d'Amore, a vivere la luce che ci fissava gelosa come quella, la Luna e le stelle.

Le tue cosce tese

Eppure mi manca toccare la tua pelle, il tuo viso e i tuoi fianchi stupendi. Il profumo, le stelle e quelle coperte calde. Abbracciarci; nudi, ed iniziare a tremare. E scriverci quelle lettere d'amore, a bruciarle e spegnerle con i nostri pianti. Non fermare, ti prego, le mie mani sul tuo seno.

E' un gioco

Dove a soffrire sei sempre e solo tu; dove non ci sono nè vincitori nè vinti. Dove a fare l'amore, quella stessa sera, sono stato io. E no, non mi è dispiaciuto, anzi, mi è molto piaciuto.

L'agonia del dolce

Vomito zucchero filato. Dalla mia bocca esce filando, come una ragnatela, urlando muoio da legami di glucosio.

La lapida del Girasole

Labbra bangate che sussurrano parole d'Odio, perché ormai non hanno più visto l'amore ma solo quel fiore, così alto, il Girasole. Rivolto al Sole, al cielo, al tuo volto. Sono piene queste parole; lo spazio è colmo della tua rabbia, la quale con delicatezza mi sorrise quando all'improvviso mi vide. Ero bello, ero in una bara, ero morto.

DrumLove

Catene di brividi che si intrufulano nel tuo corpo, cento, forse mille baci sul dolce fondo schiena freddo, dove con delicatezza ti graffio. Sto preparando la cartina; facciamoci d'Amore, vuoi provare?

La mela morduta

Vedo tra gli alberi il tuo volto, ti seguo, ti cerco; voglio ucciderti e poi, con coraggio, cercare di amarti. Non c'è Amore, senza qualcuno che soffre.

Clippler

E' fumo, è cenere quella che dalla mia bocca esce. Sono nuvole, è nebbia, quelle che volano nel cielo più blù. E' terra, è vita, quella che calpestiamo ogni giorno. E' aria, è gas, quella che ogni giorno respiriamo. Nell'attesa di morire, mi fumo un'altra sigaretta.

Quel manubrio storto

Siamo tutti un po', delle biciclette senza pedali. Sul caldo calcestruzzo voliamo, negli uffici, manicomi dormiamo. Sto perdendo ossigeno, svalvolo; tremo, spero e chiedo: perché sono solo? Solo; come quelle biciclette, abbandonate senza pedali.

La cassetta degli attrezzi

Vorrei essere un cacciavite, per togliere le viti dal mio cuore. Casco nel baratro della mia mente, dove i miei occhi hanno visto tanta gente; della quale non so la verità - ma almeno, hanno conosciuto la felicità.

Puoi sentirmi?

In questa lastra di vetro vengo sepolto, chiodi, lame e vermi mi ricoprono il volto. Sono fermo, sono calmo. Non piango, perché ormai sono salvo. Il respiro sta finendo, come un pugile sta lottando. Lapide vuota per una persona piena; siamo cervi senza corna, per la vergogna.

Croce nera

Orgasmico odore di benzina, quella appena inserita; nella mia auto di cartone, per sembrare un ubriacone. Vigilo le andature delle formiche che ci guardano, che sono magiche.

Odore di preservativo

Sono cancelli, quelli costruiti con la tua pelle d'avorio che raccolgono spine di rose alla ricerca di un rasioio; - Olio bruciato - le unghie coltivate come fossero riso, vigilano con mosche astemie per stuprare un sorriso.

Ctrl+alt.

Svalvolati scrivono sui muri con le unghie d'orate, sono come dei semafori che girano con auto malate. Balleremo sopra queste pianole scolorite, troppo esauste per delle mani rattristite. Volano via, i tasti delle tastiere; per scrivere ore e ore minacce tutte le sere.

Aspirando le righe dai quaderni

Scompaiono lentamente queste righe dal mio foglio. Si imbrattano di benzina, di eroina; ed è questo ciò che voglio.

Gli uomini dello Stato

Cristalli azzurri che intralciano i tubi, ormai tristi in questo sentiero di virili; sono uomini, sono dei, sono ostili. Galleggiano in grigie pozze e osano dire, vorrebbero ma la bugia li fa vestire. Di rifiuti tossici, che odiano perfino Loro, che pagano vestiti, auto come fosse oro. Saranno Studiosi? Saranno Vogliosi? Non so chi sono, ma hanno in mano il mio futuro. Vengono pagati per dormire; anzi, vengono pagati per mentire.

Navicella d'Idrogeno

Siamo Piromani in questo mondo stupìto, dai nostri accendini, dalle fiamme del mio vestito. Vorremmo essere degli idraulici ormai indaffarati, per riparare le perdite dei nostri cuori strappati. Ci piacerebbe vivere come degli spazzini bulimici, per pulire la cenere della mente colma di cimici. E speriamo che se un giorno fossimo stelle sperdute, di ritrovare la strada e fare l'amore per ore.